sabato 21 dicembre 2013

Il lupo abiterà con l'agnello......e la volpe li osserverà. Buon Natale @civati


E poi vedi questi post a congresso finito e pensi.....

Il lupo abiterà con l'agnello.....e la volpe li osserverà.


Il leone si nutrirà di paglia come il bue...mentre l'asinello imparerà a frinire.


In una casa popolare, il PD attenderà le elezioni, e continuando così sarà una nuova sconfitta.


Aumenterà l'Imu sulle fattorie di farmville.... ma ci sarà una forte detrazione sui blog.


Tutti mangeranno il Panettone anche ad Aprile....no Pippo, quelle sono Colombe.


Il porcellum verrà macellato....si Civà, a gennaio te la mando la 'nduja.



Adesso, tutti sanno cosa penso di Civati, sempre difeso.
Ma Caro Pippo...le primarie si perdono e si vincono.
e come dici tu....le sconfitte si digeriscono, digerendole.


Auguri, Pippo e ...mi auguro che il 2014 sia anno di....Unità.

venerdì 20 dicembre 2013

Tra 5 giorni è Natale, temi caldi in casa #PD, come le zeppole.


Tra 5 giorni è Natale e gli argomenti in casa PD sono caldi, come le zeppole nell'olio bollente ( tanto per restare in tema)

Una breve carrellata...perchè si sa, una zeppola tira l'altra.


Madia scambia un ministro per un altro che smentisce con un tweet perchè ormai siamo tutti Giovani e Cool.

La Serracchiani ha perso l'aereo, si era smarrita in aeroporto per andare Ballarò.


I Future Dem (????!!!) criticano iniziativa su libri, si sa...adesso vanno di moda le " Vespe".



Al Senato votano emendamento slot e poi si pentono... E' Natale, siamo tutti più buoni.


Renzi va alla presentazione del libro di Vespa....si sa che per fare "l'Albero.....ci vuole il seme".


Il segretario parla di art. 18 ma poi #cambiaverso 

Scanzi è il nuovo troll di Nicodemo.....oddio, forse anche il troll di se stesso.

Secondo la Meli D'Alema si potrebbe candidare alle Europee ma non con il PD....si sa...una Meli al giorno toglie la notizia di torno.


'Ja famo come dice Nicodemo?

Io non Ja faccio più.


Buon Natale.


venerdì 13 dicembre 2013

Continua la mobilitazione a #Verzino : " Una strada per la vita".

Continua la protesta a Verzino, paese isolato in provincia di Crotone.

Di seguito attività del comitato.

Il  Comitato di Protesta
“Una strada per la vita”
Verzino (KR) 


Invita la cittadinanza a partecipare alle diverse forme di protesta per difendere i nostri diritti di cittadini

Venerdì 13 ore 17:00
Partecipazione al Consiglio Comunale
aperto a tutta la cittadinanza

Lunedì 16 ore 10:00
Partecipazione in massa al Consiglio Provinciale
 presso Crotone
con eventuale blocco della circolazione

Esposto alla Procura della Repubblica
Denuncia su eventuali responsabilità


Sul territorio comunale sono attivi i seguenti presidi:
- Sala Consiliare occupata presso Auditorium “Checco Manente”;
- Gazebo Informativo permanente in Piazza Campo da Giovedì 12 dicembre;
- Segreteria del Comitato  Cittadino istituita presso gli Uffici Comunali
  (Tel. 0962/763044 interno n. 8 oppure cell. 347-5023582)


Richieste avanzate all’Amministrazione Comunale
per sostenere le iniziative di protesta:

Chiusura nella giornata del 16 dicembre  
·        degli uffici comunali
·        delle attività commerciali 
·        delle Scuole
Indizione di un Referendum di iniziativa popolare
per il passaggio nella Provincia di Cosenza
(Raccolta Firme presso i Gazebo)
                                                                                    


Il Comitato Permanente

martedì 3 dicembre 2013

Gli amici di Verzino mi chiedono una mano. Paese Isolato in provincia di Crotone.





Gli amici di Verzino mi chiedono una mano.
Un paese completamente isolato a causa del maltempo in provincia di Crotone, dimenticato da tutti, da quasi 15 giorni. 



  • Vi posto il comunicato che mi hanno mandato:
  • la cittadinanza di VERZINO chiede AIUTO anche a voi per divulgare la situazione critica e d'emergenza assoluta riguardante la VIABILITÀ DEL COMUNE DI VERZINO nel raggiungere per ogni circostanza Crotone, San Giovanni in F. & provincie (n°3 pullman studenti, centinaia di cittadini che ogni giorno viaggiano per lavoro, per raggiungere l'Ospedale, per commissioni varie, e soprattutto PER FARCI RAGGIUNGERE anche dai GROSSI E VITALI MEZZI DI TRASPORTO, GARANZIA DI PROVVIGIONI NECESSARIE: ALIMENTARI, CARBURANTE, FARMACI ecc. ecc ecc .)
  • Vi preghiamo di farci da portavoce in quanto le previsioni meteo e la stessa PROVINCIA DI CROTONE, ora come non mai, ci mettono difronte ad uno STATO DI ISOLAMENTO TOTALE!!!Scongiurando EMERGENZE DI PRONTO SOCCORSO.  
  • Grazie anticipatamente per ciò che, sono sicura, contribuirete a fare (informazione)...ve ne saremo immensamente grati.

  • I Verzinesi


  • Questa mattina sono scesi in piazza a Crotone, una protesta pacifica per chiedere aiuto.



Visto che per i media la Calabria non esiste almeno noi sui social, facciamo girare il tutto il più possibile.

Grazie.

domenica 10 novembre 2013

Argomento serio @Matteorenzi, ma facciamo chiarezza. #Pensioni e " Qualità" ?

Si tratta di un argomento serio, come dice Renzi sul suo stato facebook, e c’è poco da ridere ma… c’è da specificare.

Anche oggi…. facciamo chiarezza.

Col sistema retributivo la pensione viene calcolata sulla retribuzione annuale percepita  negli ultimi dieci anni, dalla quale scaturisce una retribuzione media settimanale che moltiplicata per il n° di contributi e per un coefficiente fisso calcola la pensione.

Il sistema contributivo  invece prende come base non la retribuzione ma i contributi effettivamente versati. Senza scendere in tecnicismi questo comporta un calo delle pensioni di circa il 30%. Il pensionato livornese a Servizio Pubblico, si sarà confuso tra i vari sistemi, da Renzi non essendo tecnico non mi aspettavo correzioni tecniche, chiedo solo: che mi spieghi cosa intende per qualità.
Dipende dall’importo della pensione?

 La Corte Costituzionale stessa lo contraddice per il semplice fatto che l’importo della pensione dipende sempre dal versato, dal lavoro e dalla busta paga, non ha rubato niente il pensionato di 7000 euro, anzi insistendo col contributo di solidarietà si crea iniquità non equità. A lungo andare le pensioni che hanno versato contributi minori, se mi blocchi quelle maggiori, percepiscono lo stesso importo di quelle maggiori. Capisco che si chieda un contributo in un momento di  crisi ma non si può continuare con la solita politica di far pagare sempre i pensionati e il lavoro dipendente e altri “ santuari” non si toccano e non si citano.
Il contributo di solidarietà qualitativo lo farei pagare per esempio a chi percepisce una pensione INPS senza aver mai lavorato, coi cosiddetti contributi figurativi che la legge riconosce a chi si mette in aspettativa per motivi politici e sindacali.
I politici sanno bene cosa dico e anche i sindacati.
Lo farei pagare a chi col sistema retributivo percepisce il 20/30% in più del versato.
Bastava una legislatura per percepire un vitalizio a 50 anni di età di circa 3000/3500 euro mensili. Un normale lavoratore questa cifra la raggiunge con retribuzioni alte e dopo 40 anni di lavoro. Oggi i politici da 50 anni l’hanno portato a 60, perché non 66 anni e 3 mesi ( ad oggi perché aumenterà con gli anni) come gli altri lavoratori? Parliamo di equità,  cerchiamo di essere credibili allora.

Qualità? Renzi  più che nuovo e novità ripete politiche vecchie e vizi di chi cerca di colpire il ceto medio italiano spina dorsale del nostro sistema produttivo. Sarebbe più qualitativo che le pensioni dei politici, dell’alta burocrazia statale venissero ricalcolate col sistema contributivo ed il percepito in più versato nelle casse dello Stato. Non morirebbero di fame e l’Italia ci ringrazierebbe. Non si può fare perché una legge non può essere retroattiva e tocca diritti acquisiti, tocca santuari? Allora  perché non si alza il contributo di solidarietà a queste categorie per un tempo limitato, diciamo 3 anni, al 50%?

Qualità?  A pagare sono sempre i soliti noti, e a chi la pensione se la è guadagnata col lavoro e mettendoci  i soldi di tasca propria, non dipingiamoli come fossero ladri e usarli come limoni da spremere, ad altri limoni ingrassano sempre più. Mi spieghi Renzi il “qualitativo” perché posso continuare a parlare di pensioni, solidarietà ed equità e qualità.

Se la sinistra non comincia a fare discorsi nuovi e partendo davvero dal lavoro e dai lavoratori, facendo secondo me anche un po’ di autocritica, non saremo credibili. E’ qualitativo colpire i ceti alti non quello medio che si sta impoverendo sempre più. Che facciamo, lo facciamo scendere in basso e poi ci erigiamo a paladini del ceto basso che si allarga? Come politica mi sembra schizofrenica, in sintonia con l’andazzo del capitalismo moderno che allarga sempre più la forbice ricchi/poveri.
Renzi chieda pure a chi vuole, io chiederei ad altri soggetti e non al pensionato livornese, cambierei il sistema anche delle retribuzioni d’oro e delle buonuscite d’oro, dei doppi tripli e molteplici incarichi che genereranno pensioni d’oro.


Aria nuova a sinistra? Non sia la solita demagogia, Renzi non mi convince… nulla di personale si intende. 

sabato 9 novembre 2013

Lettera aperta a @matteorenzi: #Pensione di reversibilità, solidarietà ed ultimi.


Strano che chi si professa di centrosinistra e pure cattolico dichiara, nella trasmissione di Santoro “ Servizio Pubblico” di essere contro la pensione di reversibilità.

Cerchiamo di fare chiarezza.

La pensione scaturisce da un versamento contributivo trattenuto sulla busta paga dei lavoratori, con il patto tra Stato e cittadini, regolato dalle leggi, che dia sostentamento nei momenti della vita critici e di bisogno.
Nella vecchiaia perché non si ha la forza di lavorare o, nella malattia.

Il versamento è come un’assicurazione , lo Stato OBBLIGA i cittadini al versamento.

Uno Stato serio se obbliga il cittadino deve rispettare i patti, sennò si profila l’appropriazione indebita, oppure , nel caso contrario si deve togliere l’obbligatorietà, ma questo significherebbe oltre che privatizzare la previdenza (discorso più di destra che di sinistra), far saltare l’architettura del nostro sistema previdenziale e lo stato sociale stesso. Le pensioni si sostengono ancora sul pagamento dei contributi di chi ancora lavora, senza obbligatorietà come si pagherebbero le pensioni?

Riguardo allo specifico delle pensioni di reversibilità, una vedova (i beneficiari sono a maggioranza donne), che magari non lavora ed era sostenuta dallo stipendio del marito, in caso di morte, dopo che lo Stato ha regolarmente trattenuto sulla busta paga i contributi, con il patto cui dicevo prima, non riconosce il diritto di avere ciò che il coniuge ha versato, che Stato è?

Dovrebbe come minimo tornare alla vedova i contributi versati per gli anni lavorati, con gli interessi legali e la rivalutazione monetaria e dargliele una tantum, e lo stesso dovrebbe fare col datore di lavoro che versa circa il 34% mensile sulla busta paga come monte contributivo, sennò sarebbe uno Stato disonesto, paramafioso.
Alla vedova vi ricordo che spetta il 60% della pensione che spetterebbe al marito se fosse rimasto in vita, quindi una famiglia si troverebbe col 40% in meno di reddito già con le leggi vigenti, se non ha figli minorenni o studenti fino ad un massimo di 26 anni di età e se nel corso legale di laurea.
Una vedova con figli maggiorenni, universitari fuori corso o maggiori di 26 anni, magari disoccupati o precari, si trova di  colpo il 40% in meno di entrate, aggiungiamo dramma al dramma. Uno Stato che nei momenti di difficoltà della vita non aiuta i propri cittadini (con soldi che loro stessi hanno versato) è uno Stato barbaro. Il discorso cambia col sistema contributivo ma andrà a regime tra decenni . Noi giovani avremo pensioni da fame verso i 70 anni di età, bisogna rivederlo specie sulle rivalutazioni.

Dov’è la solidarietà, la tutela degli ultimi? la maggioranza delle pensioni di reversibilità sono pensioni al minimo o poco più, intorno i 500 euro mensili, ma se fossero superiori sono sempre frutto di trattenute e versamenti, non sono un regalo dello Stato.
Con tanti sprechi, stipendi d’oro che generano pensioni d’oro, privilegi , per non parlare delle pensioni liquidate con contributi “ figurativi”, cioè non di lavoro come le aspettative, spesso fasulle (meglio chiudere la parentesi) Renzi con chi se la prende… con le vedove!!!  sempre protette anche quando non esisteva ancora l’INPS con costruzioni di orfanotrofi e aiuti che la solidarietà umana e cristiana ha sempre sostenuto.

Mi chiedo cos’è la sinistra e cos’è di sinistra. La parola proletario deriva dalla parola “prole”;  quando un tempo moriva il coniuge e la donna rimaneva  con prole e senza sostentamento, la società dava alla vedova la possibilità di prendere il posto del marito, non la lasciava da sola. Si trattava di lavori faticosi e il concetto di “proletario” ha un significato storico e associato agli ultimi. Un conto è razionalizzare il welfare un altro è smantellarlo, un conto ancora più grave è smantellarlo partendo dal basso, dagli ultimi.
Le assicurazioni private e le banche si stanno già sfregando le mani… piatto ricco mi ci ficco, a spese di chi? Tiferanno tutti per Renzi. Mi chiedo che tipo di società abbiamo in mente, e da che parte ci schieriamo, se  queste proposte allargano o diminuiscono la forbice sempre più larga tra chi ha e chi non ha. Mi chiedo se la sinistra esiste più o siamo buoni solo a scopiazzare, e pure male, concetti di destra liberista, finanziaria, monetaria, dove non c’è posto per le persone, diventano algoritmi e misurate in base alla produttività, ai bilanci, allo spread e ammennicoli vari e se piacciono alla BCE o alla Merkel. 

giovedì 3 ottobre 2013

Nessun uomo è un'isola . Per #Lampedusa

E la giornata di oggi la racchiudo in questa poesia.


Nessun uomo è un'Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall'onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Ogni morte d'uomo mi diminuisce,
perchè io partecipo all'Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te.
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-4783>

venerdì 27 settembre 2013

Una storia al contrario

E poi succedono le cose strane.
Vi racconto una storia.

Luglio. Una giovane milanese, senza parenti in Calabria, viene in vacanza nel mio paese. 
Si trova benissimo, si ambienta subito con tutti. Passano i giorni, i mesi.

Fine settembre decide di " Rimanere in Calabria" perché " qua si vive" dice lei.

Una storia al contrario.

Giovane, 23 anni, milanese, decide di venire a vivere da noi, facendo quel che facciamo tutti qua, la cameriera. 
Adesso è a Milano ad organizzare il trasloco e domani torna, per tanto tempo, da noi.

Ben arrivata in Calabria L'Ale Alikkiia 

giovedì 26 settembre 2013

E poi torni dalla spiaggia......

E poi torni dalla spiaggia e sulla strada vedi 2 turisti incantati. 
Ti fermi a vedere cosa stanno guardando: una signora che fa la salsa dei pomodori, con il fuoco, il calderone, insomma con tutto il necessario.
Mi metto a ridere.
Mi chiedono se sono Calabrese e se posso fare una foto.
Ovviamente dico di si....non capendo però che volevano fotografare anche me con la signora!!! Ebbene sì, arriverò in Germania in costume, con una signora e na " coddara" fumante di pomodori. 
E sono soddisfazioni...-.-'


mercoledì 25 settembre 2013

Carissima PresidenteSSA @lauraboldrini

                                                                 

                     
Carissima PresidenteSSA Boldrini,
da giovane donna leggendo alcune prese di posizione mi viene automatico soffermarmi e ragionare.

Da giovane donna laureata, del Sud, emancipata, di sinistra, che cerca di far politica in una regione come la Calabria, dopo le sue ultime dichiarazioni, mi sono posta alcune domande:  

ma veramente le donne pensano che cucinare o stare a casa sia un segno di sottomissione? Veramente credono che la pubblicità della donna con il grembiule che prepara la cena per la “ famiglia” sia un’immagine negativa per la donna?

Io credo l’esatto contrario.

E’ la parola donna in sé che rispecchia il tutto,  donna deriva dal latino DOMINA, Signora, in quanto figura attiva e potente.
La donna ha un ruolo determinante nella società e perché non dirlo, anche nella famiglia.

Ci sono donne che scelgono di rimanere a casa e per questo devono essere condannate o considerate sottomesse? 
Questo voi intendete per emancipazione femminile? Questo voi volete trasmettere a noi giovane donne, indipendenti, che vogliamo anche avere una famiglia? Sì, perché oltre al lavoro, desideriamo anche questo, e tornare a casa e poter cucinare qualcosa al nostro uomo è un gesto d’amore, non di sottomissione. 
Io amo cucinare, poter “ servire” il mio uomo, ma servire nel senso di piacere più intimo, un piacere mio.

Perché non discutiamo dei dati della disoccupazione femminile al Sud? Perché non discutiamo del fatto che nel Consiglio Regionale della Calabria non sia stata eletta nessuna donna ma che siano state inserite dopo? giusto per riparare al danno? Questa forse non è violenza? Sì, è violenza psicologica, forse la peggiore.


Da giovane donna, vi prego, finitela con queste uscite pseudo femministe….che di femminismo, Presidentessa, non hanno proprio niente.

giovedì 27 giugno 2013

Noi poveri " Sfigati" nati negli anni '80



La generazione del Primo anno del "nuovo ordinamento alla maturità". 
Non sapevamo niente degli esami, mai fatto un saggio breve,  un articolo di giornale, un quizzone...I professori più impreparati di noi...ma a giugno ci siamo seduti lì e abbiamo fatto l'esame.





La generazione del Primo anno del " nuovo ordinamento all'università"....
Prof di Diritto Pubblico: " Signorina ancora non abbiamo capito manco noi il 3+2 quindi programma completo del Vecchio Ordinamento e esame in 2 mesi". E abbiamo passato anche questo.

La generazione dei " Laureati al call center, degli stage non retribuiti".

La generazione dei " Choosy, sfigati, bamboccioni".

La generazione a cui avete tagliato le gambe, ma che volete o nolente adesso è il cuore pulsante di questa Italia.

Grazie per la non considerazione. Ma esistiamo anche noi.

mercoledì 26 giugno 2013

L'Italia è una Repubblica fondata sul LAVORO...ma non per la mia generazione

                                                                 
Oggi è stato approvato il decreto sul lavoro, olèèè, tutti contenti, si parla di giovani, sì, ma quali giovani? 
Di cosa stiamo parlando? 

Analizzo solamente il punto incentivi per assunzioni: 
L’assunzione di cui al comma 1 deve riguardare lavoratori, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, che rientrino in una delle seguenti condizioni:
a) siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; 
b) siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; 
c) vivano soli con una o più persone a carico.


Età compresa tra i 18 e i 29 anni. 
(Chi vi scrive ne ha 30...ed è disoccupata!)

Per quale strana logica in Politica a 46 anni si è considerati GIOVANI e nel mondo del lavoro ci tagliate le gambe a 29 anni?

No, giusto per capire IO  a 30 anni in quale categoria dovrei rientrare? 
Nei giovani, nei giovani ma non tanto, nei grandi, nei vecchi o nei TRASPARENTI! Sì, perché sembra di stare in un centro di raccolta differenziata.


Poi sarei anche laureata,...eh sì, ho avuto la brillante idea di iscrivermi all'Università anni fa....madornale (O)Errore.

Anni ed anni di sacrifici per cosa? per sentirmi dire, a 30 anni, non sei più giovane?
Dateci un'etichetta qualsiasi, chiamateci anche PORELLI, tanto in questi anni ci avete detto di tutto.

Un'ultima cosa...
Ma ve la siete mai posta la domanda di " Come si possa sentire un 30 enne quando deve chiedere ANCORA i soldi a mamma e papà?" . 
Dopo che mamma e papà lo hanno mantenuto per anni all'università facendo sacrifici su sacrifici? 

Ve la siete mai posta  la domanda di come si possa sentire un giovane che ha studiato e che deve chiedere anche 5€ per una ricarica telefonica? 

CI SENTIAMO DELLE NULLITA' . PER COLPA VOSTRA.

lunedì 27 maggio 2013

Racconto la mia " Calabria".

Mi limito a raccontare la mia storia. Quella di una “ normale” 29 enne Calabrese.

Sono nata e cresciuta in un piccolo paesino della provincia di Vibo Valentia, un comune di 1600 anime.
Genitori calabresi, papà impiegato, mamma casalinga ( per scelta tende sempre a precisare lei) .
Mi sono diplomata al liceo classico e a 18 anni, appena compiuti ( ho fatto la primina) mi sono iscritta all’Università a Milano, Scienze politiche.
Ricordo ancora il primo viaggio in treno con mamma e papà. Mi hanno accompagnato loro, era luglio, esami di maturità appena terminati. Il caldo afoso di Milano ci ha dato il benvenuto. Insieme tutti e 3 a cercare casa, e a fare le lunghe interminabili file alle segreterie studenti.

A Settembre sono definitivamente partita, da sola. 18 enne. Prima casa trovata fuori Milano, a Rho.
Eravamo in 3. 
2 ragazze ed 1 ragazzo.
Avete letto bene, “ casa mista”. ( Focu, un padre Calabrese che permette queste cose?? Eh sì … ESISTONO).
Ho vissuto a Milano per 2 anni. Mi sono trovata malissimo. Ambiente freddo. Gente ancor di più. Non potrò mai dimenticare quel giorno in cui mi tagliai il polso con una scatoletta di tonno, sanguinante per le strade con una maglietta intorno al braccio a cercare un taxi. Nessuno si fermò a chiedermi se avessi bisogno. (In Calabria non sarebbe successo).

Mi sono poi trasferita a Roma, dove ho terminato lì i miei studi. Dove ho iniziato a lavorare e ad addentrarmi nel mondo della Politica. ( Focu, una ragazza di 20 anni, Calabrese che entra in un mondo fatto prevalentemente di uomini e il padre non gli dice niente?? Eh sì, ESISTONO).

Dopo la laurea sono ritornata in Calabria. I motivi sono tanti, economici, personali , voler costruire qualcosa di positivo a casa mia.

In questa terra “ tremenda” continuo a fare politica. Molte volte mi ritrovo ad essere l’unica donna seduta ad un tavolo ma “ Statti queta tu si fimmina” a me non l’ha mai detto nessuno, anzi, molte volte sono io a dire “ Statti quetu tu si masculu e certi cosi ne capisci”.

Ebbene sì, anche in Calabria esistono, e siamo in tante, donne libere e pensanti. Come esistono donne sottomesse, ma questo purtroppo succede in tutta Italia. O i mariti violenti di Treviso sono diversi da quelli Calabresi? O le donne violentate e uccise in Piemonte sono diverse dalle nostre?

Nella mia vita ho sempre fatto le mie scelte da sola, i miei genitori non sono mai entrati nelle mie cose e se lo hanno fatto solo ed esclusivamente per darmi “ consigli”. Stessa cosa nei rapporti con i ragazzi.  Ho avuto le mie storie come qualsiasi altra 30 enne e mi sono sempre confidata con i miei  e non mi hanno mai detto “ svergognata” ma… “ trova una persona che ti vuole bene, il resto conta poco”.


Un’altra Calabria esiste. Ma forse fa più comodo e più “ chic” dire altro. 

domenica 12 maggio 2013

Non fare di tutti i TROLL un fascio



Ho sentito di tutto in questi giorni. Tutti esperti di twitter.
Giornalisti che fanno la paternale parlando di maleducati che attaccano e insultano. 

Bene. Certo che esistono. Come nella vita reale, basta ignorarli o bloccarli. ( O mal che vada rivolgetevi alla polizia postale)

(Io durante la campagna elettorale ho ricevuto anche minacce di morte ma non me la sono presa con la rete. Ho semplicemente bloccato).





Ma al posto vostro mi preoccuperei di altro, per es. i vostri colleghi che intervistano i minorenni rimasti orfani cosa sono?
O gli sciacalli dell'ultima ora che usano le tragedie altrui per fare lo scoop? 
O i giornalisti che definiscono tutti i calabresi "'ndranghetisti"?

Evitateci la paternale, voi, che su twitter in questi anni vi siete fatti solo pubblicità.



Grazie.

martedì 26 marzo 2013

Chi di Troll ferisce....di troll perisce!


“Da mesi orde di trolls, di fake, di multinick scrivono con regolarità dai due ai tremila commenti al giorno sul blog. Qualcuno evidentemente li paga per spammare dalla mattina alla sera. Questi schizzi di merda digitali si possono suddividere in alcune grandi categorie…ecc ecc ecc”.

Ma benvenuto in rete Grillo!

Ti sei accorto solo adesso dell’ invasione dei troll e dei fake? Fino ad oggi hai frequentato  una rete parallela, a noi sconosciuta?
“ Il potere della rete”, che tu osanni ogni tre per due comincia a stare stretto?
La democrazia 2.0 non si riesce più a gestire?
Queste parole stupiscono molto, visto che sono state dette da uno che vive, ed ha basato il suo successo grazie alla rete. La comunicazione online è anche questo. Ci sono i provocatori, quelli interessati, quelli che si vogliono confrontare realmente, quelli che insultano.
Ma come fare a distinguerli? Classificando tutti come “ schizzi di merda digitali” non si offende anche chi segue il movimento ma vuole essere critico?  Lo sappiamo che Grillo non ama il contraddittorio ma la democrazia dal basso in questo modo è inesistente.
Eliminando i commenti scomodi si pensa di fare un favore al movimento? La libertà, l’uno vale uno è già scomparsa? Tutto eliminato con un click?
Da mesi e mesi le bacheche di tutti gli esponenti politici su facebook e i profili di tantissime persone su twitter ( compreso il mio) sono stati attaccati pesantemente da “ troll e fake” grillini, ma li pagavi tu Grillo?
Mi chiedo…ma come farai a proporre le consultazioni online, per decidere le proposte da presentare con i tuoi deputati, se in rete girano questi schizzi digitali? Sarà la rete a decidere o solo chi conviene a te?
SIAMO CIRCONDATI!!
Sì da fake e da troll……anche Grillini.

lunedì 25 marzo 2013

Un po' di chiarezza sul ruolo della Direzione Nazionale PD


Un Partito, in quanto tale, ha degli organismi interni che decidono, insieme, le linee guida, l'indirizzo politico e le decisioni da prendere. Questi organi sono essenziali per creare equilibrio e per decidere insieme un'eventuale strategia.

Tra i vari organi abbiamo anche la DIREZIONE NAZIONALE ( stabilita da statuto). 



La direzione è un organo d' indirizzo politico, quindi importantissimo.
Non partecipare significa non voler scegliere e non volere neanche contestare ( nel caso in cui qualcuno non fosse d'accordo) eventuali scelte.

Vi allego la parte dello Statuto interessata.


Articolo 8.
(Direzione nazionale) 

1. La Direzione nazionale è organo di esecuzione degli indirizzi dell’Assemblea nazionale ed è organo d’indirizzo politico. Esso, ai sensi del proprio Regolamento, approvato con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, assume le proprie determinazioni attraverso il voto di mozioni, ordini del giorno, risoluzioni politiche e svolge la sua funzione di controllo attraverso interpellanze e interrogazioni al Segretario e ai membri della Segreteria.

2. La Direzione nazionale è composta da centoventi membri eletti dall’Assemblea nazionale, con metodo proporzionale, nella prima riunione successiva alle elezioni di cui all’articolo 9, e da quattro rappresentanti eletti nella medesima riunione dai delegati all’Assemblea nazionale della Circoscrizione estero.

3. Sono inoltre membri di diritto della Direzione nazionale: il Segretario; il Presidente dell’Assemblea nazionale; i Vicesegretari; il Tesoriere; il massimo dirigente dell’organizzazione giovanile; i Presidenti dei gruppi parlamentari del Partito Democratico italiani ed europei; i Segretari Regionali. L’Assemblea nazionale, prima di procedere alla elezione della Direzione nazionale, determina gli ulteriori componenti di diritto in relazione ai ruoli istituzionali assolti dal Partito a livello nazionale e locale nella legislatura in corso. Il segretario nazionale può chiamare a farne parte, con diritto di voto, venti personalità del mondo della cultura, del lavoro, dell’associazionismo, delle imprese.
La Direzione nazionale può dar vita a suoi organi interni per organizzare la propria attività. 

4. La Direzione nazionale è presieduta dal Presidente dell’Assemblea nazionale, che la convoca almeno una volta ogni due mesi. In via straordinaria deve essere convocata dal Presidente se lo richiedano il Segretario o almeno un quinto dei suoi componenti.

Essere dirigenti di un partito significa rispettare anche i propri organismi. 

In caso fossi contraria ad alcune scelte parteciperei lo stesso proprio per dire le cose ai diretti interessati presentando eventualmente contro proposte. 

Il non partecipare significa non prendere posizione e in un momento come questo il non prendere posizione è una scelta di comodo. Non altro.

giovedì 21 marzo 2013

Ultimo rapporto Censis...Sud già nel baratro? Fate presto!!

Leggendo l’ultimo rapporto Censis sul Mezzogiorno dire che la situazione è drammatica è poco. Un’Italia spaccata in due.  Un divario sempre più ampio con il Nord.
Anni ed anni di politiche fallimentari, “ Legocentriche” hanno portato a questo. Un Sud abbandonato, spopolato, senza prospettive.


Scrivo alcuni dati giusto per capire e magari per aiutarvi ad analizzare anche voi la situazione.
Nel Mezzogiorno il PIL si è ridotto del 10%  a fronte di una flessione del 5,7%registrata nel Centro-Nord.
livelli di reddito del Mezzogiorno sono inferiori a quelli della Grecia(17.957 euro il Sud, 18.454 euro la Grecia).
Dal 2008, ad oggi il Mezzogiorno ha perso più di 300.000 posti di lavoro, il 60% del totale dell’occupazione persa in Italia. Tra il  2007 ed il 2011 gli occupati dell’ industria meridionale si sono ridotti del 15,5% a fronte di una flessione che nel Centro-Nord è stata del 5,5%.  Degli oltre 505.000 posti di lavoro persi tra il 2008 ed il 2012 in Italia, il 60% ha riguardato il Mezzogiorno.
E non solo: i dati più allarmanti riguardano la scuola.
Riduzione delle immatricolazioni all’ Università : Sicilia (-25,8%), in Calabria (-19,5%) e Sardegna (-16,8%) e il rapporto parla di “ disillusione per università“. (Studiare non serve più, perché una laurea non ti permette di trovare un lavoro).
I giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non si formano, i cosiddetti Neet, sono molto più numerosi in tutte le regioni meridionali che nel resto d’Italia.  Nel Mezzogiorno infatti tocchiamo il 31,9% superando la media nazionale che si attesta al 22,7%.
Dati allarmanti anche nel settore Sanità:  Dal 1995 al 2009 il numero assoluto di posti letto pubblici si è ridotto del  36,1% e quello dei posti letto accreditati del 22,1%. Le regioni in cui si è rivelata una forte propensione alla fuga dal proprio servizio sanitario sono al Sud e prima di tutte la Calabria. Il 25,8% dei residenti dell’ Italia meridionale ritiene inoltre che pagando si ottengano servizi migliori contro 16,3% del Nord, quindi si sceglie la sanità privata o andare fuori regione: il 57% nel Centro ed addirittura 70% nel Mezzogiorno.
Con questi dati è difficile parlare di progetti, di mettere in campo idee, c’è tutto un sistema che non funziona. Un Sud che sta crollando su stesso.
Anzi permettetemi la domanda, un Sud già nel baratro?
L’effetto domino è inevitabile.  Senza il Sud, senza progetti seri per far ripartire questo motore, l’Italia non parte.
Se non facciamo ripartire l’economia in queste regioni è l’intera nazione a pagarne.
Serve un governo per questo Paese, serve il prima possibile.
FATE PRESTO.

mercoledì 20 marzo 2013

Cara amica mia, Tu hai vinto. Loro, come sempre, hanno perso.


E così all'improvviso ti svegli…e ti ricordi di vivere in una terra "malata".
Non perché prima non lo sapessi ma a volte le scosse, soprattutto quelle negative, servono a svegliare un popolo che ama il " sonno profondo" ...( Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo fa una descrizione perfetta).

Sola, in camera mia, musica di sottofondo e un messaggio su facebook: “ Valentina è stata minacciata di morte”. Il gelo. Non posso descrivervi quello che ho provato.

Valentina è una mia amica, una ragazza di 31 anni, siciliana. Militante come me del Partito Democratico, segretaria della Confsal a Ragusa.Una lettera anonima gli è stata recapitata a casa. Poche e precise parole ma con chiari riferimenti.

Lei è tranquilla “un gesto intimidatorio che non mi intimidisce affatto chi credeva che la mia attività si arrestasse ha fatto male i conti”.

Chi la conosce, come me, non aveva il minimo dubbio, ma da giovane ragazza del  Sud quando succedono queste cose ti poni molte domande. Se sia il caso di continuare, se sia il caso di rimanere in questa terra che  Noi amiamo immensamente…ma,...Lei…. ci ama?  Ci merita? 
Merita persone che lottano ogni giorno per avere giustizia, diritti, libertà, LEGALITA’?

Corrado Alvaro diceva che « La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile ».

Cara amica mia. Tu hai vinto.Loro, come sempre, hanno perso.

La pioggia non spenga la speranza nel Sud


In un pomeriggio di pioggia, con 2 amici decidiamo di fare un giro al Centro Commerciale, unico posto disponibile e al chiuso in questa triste provincia di Vibo Valentia. (Premetto che non mi recavo lì da Natale). Appena arrivati noto pochissime macchine nei parcheggi. Entrando il tutto viene confermato. La metà dei negozi chiusi e gente impegnata solamente a fare la spesa al supermercato.
Da ragazza impegnata in politica ovviamente la mente viaggia e viene automatico fare 2+ 2.
Sappiamo tutti che la crisi esiste da anni, non voglio analizzare questo, ma in mezz’ora ho dato la risposta alla domanda che in tanti mi hanno posto in questi giorni : Come mai tanto astensionismo nella tua provincia alle scorse elezioni? (Vibo Valentia e Crotone maglia nera, le province con la più alta %). Una provincia dove non sfonda nemmeno il M5S, dove il PD è il primo partito ma si perde come coalizione.
La rassegnazione, il non arrivare a fine mese, vedere i proprio sogni svanire, per quale motivo la gente dovrebbe votare? A chi dovrebbero affidarsi queste persone? Come far tornare la speranza in una terra che sta morendo, che vede i suoi figli emigrare nuovamente?
L’altro giorno leggevo sulla Gazzetta del Sud più o meno la stessa cosa, in 2 mesi anche a Cosenza circa 50 attività hanno messo i lucchetti alle loro saracinesche. I dati Istat inoltre confermano questo trend negativo,  il tasso di disoccupazione giovanile al Sud  supera il 50% suddiviso nel 46,7% per i maschi e 56,1% per le donne.
Anni ed anni di mal governo, di slogan “finti” per il Sud hanno portato a questo. La gente preferisce non votare o affidarsi  (es. il caso di Cosenza, M5S primo partito) ai candidati del M5S  e il perché è logico: vogliono essere rappresentatati da persone che possono capire i loro problemi quotidiani in quanto, anche loro , li vivono sulla propria pelle.
Una campagna elettorale che metta al centro il Mezzogiorno non basta più, perché ovviamente la gente non ci crede, è disillusa.
Come uscire da questo tunnel tremendo è la domanda che mi pongo.
L’unica risposta che riesco a darmi è che la politica deve tornare in mezzo alla gente, ascoltare i suoi problemi, dare risposte concrete, puntare su candidati del luogo, impegnati sul territorio , ma vedere che anche adesso a elezioni terminate  si parli di altro fa male.
I problemi interni del nostro partito non interessano alle persone.
Non interessano i dossier, i congressi, la gente vuole risposte immediate sul lavoro. Se c’è qualcuno, che nel PD pensi che i congressi e il “ rinnovamento” possano servire a recuperare l’elettorato e a risolvere i problemi dell’Italia si sbaglia di grosso. Questi sono problemi nostri non delle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese.
Ma per far tornare la speranza nel Sud la politica da sola non basta più, serve una riscossa civica. La rassegnazione non può impadronirsi delle nostre menti.  Non possiamo assistere inermi allo spopolamento delle nostre regioni.
Rita Levi-Montalcini diceva: “Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva”.