mercoledì 20 marzo 2013

La pioggia non spenga la speranza nel Sud


In un pomeriggio di pioggia, con 2 amici decidiamo di fare un giro al Centro Commerciale, unico posto disponibile e al chiuso in questa triste provincia di Vibo Valentia. (Premetto che non mi recavo lì da Natale). Appena arrivati noto pochissime macchine nei parcheggi. Entrando il tutto viene confermato. La metà dei negozi chiusi e gente impegnata solamente a fare la spesa al supermercato.
Da ragazza impegnata in politica ovviamente la mente viaggia e viene automatico fare 2+ 2.
Sappiamo tutti che la crisi esiste da anni, non voglio analizzare questo, ma in mezz’ora ho dato la risposta alla domanda che in tanti mi hanno posto in questi giorni : Come mai tanto astensionismo nella tua provincia alle scorse elezioni? (Vibo Valentia e Crotone maglia nera, le province con la più alta %). Una provincia dove non sfonda nemmeno il M5S, dove il PD è il primo partito ma si perde come coalizione.
La rassegnazione, il non arrivare a fine mese, vedere i proprio sogni svanire, per quale motivo la gente dovrebbe votare? A chi dovrebbero affidarsi queste persone? Come far tornare la speranza in una terra che sta morendo, che vede i suoi figli emigrare nuovamente?
L’altro giorno leggevo sulla Gazzetta del Sud più o meno la stessa cosa, in 2 mesi anche a Cosenza circa 50 attività hanno messo i lucchetti alle loro saracinesche. I dati Istat inoltre confermano questo trend negativo,  il tasso di disoccupazione giovanile al Sud  supera il 50% suddiviso nel 46,7% per i maschi e 56,1% per le donne.
Anni ed anni di mal governo, di slogan “finti” per il Sud hanno portato a questo. La gente preferisce non votare o affidarsi  (es. il caso di Cosenza, M5S primo partito) ai candidati del M5S  e il perché è logico: vogliono essere rappresentatati da persone che possono capire i loro problemi quotidiani in quanto, anche loro , li vivono sulla propria pelle.
Una campagna elettorale che metta al centro il Mezzogiorno non basta più, perché ovviamente la gente non ci crede, è disillusa.
Come uscire da questo tunnel tremendo è la domanda che mi pongo.
L’unica risposta che riesco a darmi è che la politica deve tornare in mezzo alla gente, ascoltare i suoi problemi, dare risposte concrete, puntare su candidati del luogo, impegnati sul territorio , ma vedere che anche adesso a elezioni terminate  si parli di altro fa male.
I problemi interni del nostro partito non interessano alle persone.
Non interessano i dossier, i congressi, la gente vuole risposte immediate sul lavoro. Se c’è qualcuno, che nel PD pensi che i congressi e il “ rinnovamento” possano servire a recuperare l’elettorato e a risolvere i problemi dell’Italia si sbaglia di grosso. Questi sono problemi nostri non delle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese.
Ma per far tornare la speranza nel Sud la politica da sola non basta più, serve una riscossa civica. La rassegnazione non può impadronirsi delle nostre menti.  Non possiamo assistere inermi allo spopolamento delle nostre regioni.
Rita Levi-Montalcini diceva: “Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva”.

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