mercoledì 25 settembre 2013

Carissima PresidenteSSA @lauraboldrini

                                                                 

                     
Carissima PresidenteSSA Boldrini,
da giovane donna leggendo alcune prese di posizione mi viene automatico soffermarmi e ragionare.

Da giovane donna laureata, del Sud, emancipata, di sinistra, che cerca di far politica in una regione come la Calabria, dopo le sue ultime dichiarazioni, mi sono posta alcune domande:  

ma veramente le donne pensano che cucinare o stare a casa sia un segno di sottomissione? Veramente credono che la pubblicità della donna con il grembiule che prepara la cena per la “ famiglia” sia un’immagine negativa per la donna?

Io credo l’esatto contrario.

E’ la parola donna in sé che rispecchia il tutto,  donna deriva dal latino DOMINA, Signora, in quanto figura attiva e potente.
La donna ha un ruolo determinante nella società e perché non dirlo, anche nella famiglia.

Ci sono donne che scelgono di rimanere a casa e per questo devono essere condannate o considerate sottomesse? 
Questo voi intendete per emancipazione femminile? Questo voi volete trasmettere a noi giovane donne, indipendenti, che vogliamo anche avere una famiglia? Sì, perché oltre al lavoro, desideriamo anche questo, e tornare a casa e poter cucinare qualcosa al nostro uomo è un gesto d’amore, non di sottomissione. 
Io amo cucinare, poter “ servire” il mio uomo, ma servire nel senso di piacere più intimo, un piacere mio.

Perché non discutiamo dei dati della disoccupazione femminile al Sud? Perché non discutiamo del fatto che nel Consiglio Regionale della Calabria non sia stata eletta nessuna donna ma che siano state inserite dopo? giusto per riparare al danno? Questa forse non è violenza? Sì, è violenza psicologica, forse la peggiore.


Da giovane donna, vi prego, finitela con queste uscite pseudo femministe….che di femminismo, Presidentessa, non hanno proprio niente.

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