Carissima PresidenteSSA Boldrini,
da giovane donna leggendo alcune prese di posizione mi viene automatico soffermarmi e ragionare.
Da giovane donna laureata, del Sud, emancipata, di sinistra, che cerca di far politica in una regione come la Calabria, dopo le sue ultime dichiarazioni, mi sono
posta alcune domande:
ma veramente le donne
pensano che cucinare o stare a casa sia un segno di sottomissione? Veramente
credono che la pubblicità della donna con il grembiule che prepara la cena per la
“ famiglia” sia un’immagine negativa per la donna?
Io credo l’esatto contrario.
E’ la parola donna in sé che rispecchia il tutto, donna deriva dal latino DOMINA, Signora, in
quanto figura attiva e potente.
La donna ha un ruolo determinante nella società e
perché non dirlo, anche nella famiglia.
Ci sono donne che scelgono di rimanere a casa e per questo
devono essere condannate o considerate sottomesse?
Questo voi intendete per emancipazione
femminile? Questo voi volete trasmettere a noi giovane donne, indipendenti, che
vogliamo anche avere una famiglia? Sì, perché oltre al lavoro, desideriamo
anche questo, e tornare a casa e poter cucinare qualcosa al nostro uomo è un
gesto d’amore, non di sottomissione.
Io amo cucinare, poter “ servire” il mio
uomo, ma servire nel senso di piacere più intimo, un piacere mio.
Perché non discutiamo dei dati della disoccupazione
femminile al Sud? Perché non discutiamo del fatto che nel Consiglio Regionale
della Calabria non sia stata eletta nessuna donna ma che siano state inserite dopo? giusto per riparare al danno? Questa forse non è violenza? Sì, è
violenza psicologica, forse la peggiore.
Da giovane donna, vi prego, finitela con queste uscite
pseudo femministe….che di femminismo, Presidentessa, non hanno proprio niente.
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